L’impianto di seconda pioggia non è che l’abbinamento di un impianto di trattamento delle acque di prima pioggia discontinuo e un impianto per le acque di seconda pioggia continuo
La scelta di un impianto di seconda pioggia è dato da una combinazione di fattori, uno di questi è la difficoltà delle acque di seconda pioggia a rispettare i limiti vigenti, l’altra è la grande differenziazione del grado di inquinamento delle acque di prima pioggia rispetto alle seconde che rendono vantaggioso economicamente la suddivisione dei due reflui, altra condizione è quella di poter recuperare le acque di seconda pioggia per riciclarla nei processi interni aziendali.
Questi motivi portano a comporre un impianto di prima pioggia discontinuo e di un secondo impianto di prima pioggia continuo.
Realizzare un solo un impianto di prima pioggia che tratti tutto il volume di un evento atmosferico nel caso di grandi piazzali, risulta difficoltoso, questo perché la necessità di grandi bacini porterebbe a un impegno di spazi e un impegno economico maggiore.
L’abbinamento di un sistema che raccoglie le acque di prima pioggia e le tratta con un sistema di defangazione e disoleazione e un secondo sistema per le seconde piogge che le invia a un sistema di trattamento in continuo di defangazione è la soluzione ideale per contenere i costi e garantire uno scarico delle acque conforme.
Le acque maggiormente inquinate sono quelle della prima frazione (prime piogge) di ogni evento meteorico, queste acque hanno la percentuale più alta di sostanze inquinanti e in questa fazione le acque hanno tutti gli oli raccolti nei piazzali, mentre le successive (seconde piogge) non contengono, di norma, gli oli, ma comunque presentano una percentuale minore di sostanze inquinanti che non permettono di essere scaricate direttamente senza un impianto di seconda pioggia.
